RITRATTO DI UN PIANETA

 
spettacolo teatrale
RITRATTO DI UN PIANETA
atto unico
di Friedrich Dürrenmatt


Sei creature, tre maschi e altrettante femmine, dai nomi evocanti la genesi biblica, osservano distrattamente un sole nell’universo che sta per esplodere, …ed ecco che l’immenso lampo di luce del sole che esplode diventa il flash di una macchina fotografica cosmica che ritrae la terra, la nostra terra, per l’ultima volta.
Gli attori diventano personaggi di una quotidianità fatta di azioni momentanee; in un accavallarsi di situazioni diverse, come tante piccole fotografie, ci ritroviamo ad osservare la nostra esistenza, spesso fatta di scene banali, spaventose, solite e insolite, assurde, monotone o grottesche, scene di felicità e di infelicità. Qui ci si odia, là ci si ama, qui qualcuno muore di fame, là uno sfrutta l’altro, qui si uccide, là si gozzoviglia, qui c’è uno che spera, là sono disperati. Contrasti senza fine che ritraggono l’umanità che senza averne coscienza va incontro alla sua rovina.
Il testo è stato scelto perché colpisce per l’incredibile attualità, anche se scritto negli anni della guerra fredda, il mondo sconvolto dalla guerra al terrorismo non è poi così lontano da quello che combatteva in Vietnam, basterebbe cambiare la parola “foresta” con “deserto” e il testo sembrerebbe scritto ai giorni nostri. Ci interessa mostrare come sia cambiato solo il paesaggio alle spalle, mentre… gli uomini cadono allo stesso modo, l’equilibrio della natura continua a non essere rispettato e il cinismo e l’indifferenza del mondo ricco persiste.
Non ci sono attori protagonisti, tutti i sei personaggi rimangono sempre in scena, comprimari di un ritratto di un pianeta che incredibilmente dopo diversi decenni non riesce a liberarsi della sete di potere e della rincorsa al vantaggio individuale… perché gli uomini spesso dimenticano che, come dice Dürrenmatt…

la terra è una chance.”







 

Note di regia


Quartaparete voleva tornare sulla scena con un nuovo spettacolo.
Perché?
Ci siamo chiesti perché volevamo fare un nuovo spettacolo, cos’era l’urgenza.
Non ci bastava andare in scena per il gusto di recitare, volevamo lasciare un segno, mandare un messaggio forte. I testi che leggevamo non ci soddisfavano, sempre mancava qualcosa. Abbiamo passato una sera a discutere su quello che quartaparete rappresenta per noi, quello che è stata e quello che vorrebbe, forse presuntuosamente diventare. Abbiamo parlato di ambiente, di guerra, della stupidità dell’uomo, di spreco, di opulenza e di sofferenza. Ci siamo ritirati affranti, convinti che un testo così non esista. E dopo una settimana eccolo capitarmi tra le mani questo testo di durrenmatt, un testo sconosciuto anche ai cultori dell’autore, un testo messo in scena raramente, ma un testo che rappresentava a pieno la discussione di quella sera. Sembrava che durrenmatt lo avesse scritto per noi. Subito ci siamo fatti prendere dall’entusiasmo era diventato il nostro testo, così dissacrante, così ricco di situazioni, così straordinariamente attuale… malgrado scritto 40 anni prima. Lo abbiamo letto riletto analizzato, ed ogni volta che ci imbattevamo nella messa in scena il testo mostrava infiniti sottotesti, infinite interpretazioni. E’ stato un lavoro difficile, capire cosa voleva dire durrenmatt, capire cosa volevamo trasmettere noi. Abbiamo impostato un lavoro mastodontico e lavorato di semplificazioni; ridurre, semplificare, arrivare al cuore; non solo del significato, ma al cuore dello spettatore. Abbiamo cercato che la parola non prendesse il sopravvento sui nostri corpi, ma che fosse di loro una conseguenza, abbiamo cercato di calarci in tutte quelle situazioni che durrenmatt proponeva. Il lavoro più difficile è stato quello di renderle reali, quotidiane… non spetta me giudicare se ci siamo riusciti, io stessa nutro ancora molti dubbi, ma certo è che dentro questo testo abbiamo faticato, abbiamo sofferto, abbiamo riso e soprattutto ci siamo messi molto in discussione anche come persone. Non ci era mai capitato con nessun testo, ma quando lo vedrete vi sarà chiaro il perché.
Ora lo spettacolo è pronto, bagnato di sudore, di dubbi di paure. E’ uno spettacolo che come un tornado arriva, distrugge e lascia macerie, è uno spettacolo che vuole gridare la stupidità degli uomini nel viversi una grande opportunità che offre il pianeta terra. La speranza è quella di scuotere dall’apatia chi è convinto che non tocchi a lui fare qualcosa di buono per questo pianeta e per il futuro dei propri figli, e la speranza è anche quella che tanta gente possa riconoscersi in questo testo e nelle sue idee, e che possa con noi condividerle. Sicuramente non cambieremo le cose, sicuramente la nostra non è una rivoluzione, lungi da me tale presunzione, ma sono sicura che qualche immagina lo spettatore se la terrà cara… e questo a noi basta.

chiara tietto

 


Durata:
60 minuti

Tempo previsto per l’allestimento scenico:
ore 4

Esigenze tecniche:
palco o pedana rialzati mt. 10x8, fornitura elettrica dai 6 ai 15Kwatt


sono a disposizione foto e registrazione dvd.


 
Regia di CHIARA TIETTO

Con
BENATO MARTA,
FASOLI CRISTINA,
ANDREA PELLIZZARI,
GUIDO SCARMI,
FRANCESCO SPERI,
CHIARA TIETTO.







PER INFO 4parete@gmail.com

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